Volo di notte by Antoine de Saint-Exupéry

Volo di notte by Antoine de Saint-Exupéry

autore:Antoine de Saint-Exupéry [Saint-Exupéry, Antoine de]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2020-06-03T22:00:00+00:00


XI

Rivière lo riceve.

“Lei ha voluto scherzare l’ultima volta. Ha fatto dietrofront benché gli annunci meteorologici fossero buoni: poteva passare benissimo. Ha avuto paura?”

Il pilota sorpreso tace. Sfrega lentamente, una contro l’altra, le mani; poi, rialza la testa, e guarda Rivière bene in faccia.

“Sì.”

Rivière, in fondo a se stesso, ha pietà di quel ragazzo così coraggioso che ha avuto paura. Il pilota tenta di scusarsi.

“Non vedevo più nulla... Certo... Più lontano... Forse... La radio diceva... Ma la lampada di bordo stava per spegnersi e io non vedevo più le mie mani. Ho voluto accendere la lampada di posizione per vedere almeno l’ala: non ho visto nulla. Mi sentivo come dentro un gran buco dal fondo del quale era difficile risalire. Allora il motore ha cominciato a vibrare.”

“No.”

“No?”

“No. Lo abbiamo esaminato dopo. È perfetto. Ma quando si ha paura si crede sempre che il motore vibri.”

“Chi non avrebbe avuto paura? Le montagne mi dominavano. Quando ho voluto prendere quota, ho incontrato dei fortissimi risucchi. Lei sa, i risucchi, quando non si vede nulla... Invece di salire sono disceso di cinquecento metri. Non vedevo più neanche il giroscopio, neanche i manometri. Mi pareva che il regime del motore scendesse, che il motore scaldasse, che la pressione dell’olio cedesse... E tutto questo nell’ombra, come una malattia. Sono stato molto contento di rivedere una città illuminata.”

“Lei ha troppa immaginazione. Vada.”

E il pilota esce.

Rivière si sprofonda nella sua poltrona e si passa la mano nei capelli grigi.

“È il più coraggioso dei miei uomini. Quel ch’è riuscito a fare quella sera è stato molto bello. Ma io lo salvo dalla paura...”

Poi, sentendo tornare una tentazione di debolezza: “Per farsi amare, basta compiangere. Io non compiango nessuno o lo nascondo. E tuttavia mi piacerebbe tanto circondarmi di amicizia e di dolcezza umana. Un medico, nel suo mestiere, le incontra. Ma io servo gli avvenimenti. E bisogna che forgi gli uomini perché li servano. E come la sento bene questa oscura legge, la sera, nel mio ufficio, dinanzi ai fogli di via! Se io mi abbandono, se lascio che gli avvenimenti ben regolati seguano il loro corso, allora nascono gli incidenti, misteriosamente. Come se la mia sola volontà impedisse all’aeroplano di spezzarsi in volo, o alla tempesta di ritardare il corriere in cammino. A volte io stesso sono sorpreso del mio potere.”

Riflette ancora: “Forse è chiaro. Questa mia è simile alla lotta continua del giardiniere sul prato. Il semplice peso della sua mano respinge nella terra, che la prepara eternamente, la foresta primitiva.”

Ora pensa al pilota: “Io lo salvo dalla paura. Non lui attaccavo, ma, attraverso lui, la resistenza che paralizza gli uomini dinanzi all’ignoto. Se lo ascolto, se lo compiango, se mostro di prendere sul serio la sua avventura, si convincerà d’essere tornato da un paese di mistero, ed è solo del mistero che si ha paura. Bisogna che non vi sia più mistero. È necessario che vi siano degli uomini i quali, dopo essere scesi in quel pozzo oscuro, ne salgano e affermino di non avere incontrato nulla.



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